IL PRINCIPE CHE SARÀ
Storia di padri, figli e misteri
tratto dal romanzo “Manù e Michè. Il segreto del principe” di Francesco Niccolini.
con Simone Guerro
regia Tonio De Nitto
drammaturgia Francesco Niccolini
musiche Paolo Coletta
scene e costume Iole Cilento
luci Silvia Barchiesi
produzione Teatro Giovani Teatro Pirata
prima assoluta – 24 luglio 2022 Montecarotto (AN)
Due ragazzini vivono nella Grande Città, bella, seducente, sudicia.
Tutto è ingiustizia e violenza intorno a loro, a cominciare dalla loro relazione: uno è il figlio di un principe ricco e potentissimo, l’altro è un umile servo di palazzo. A legarli indissolubilmente, l’essersi nutriti dello stesso latte, perché la balia del piccolo principe Emanuele è la madre di Michele, il servo. Hanno la stessa età, vite opposte eppure parallele, perché si sono abituati a fare tutto insieme: uno da ricco capriccioso e arrogante, l’altro da povero che può solo obbedire. Insieme sono una forza della natura: sono Manù e Michè.
Vivono avventure iniziatiche che qualunque ragazzino di oggi vorrebbe vivere: rivolte di piazza, streghe bruciate, corse in carrozza o a cavallo, un castello e boschi senza fine per giocare, incontri con lupi mannari. Forse anche con Barbablù, ché il principe padre di Emanuele forse è proprio Barbablù: Don Carlo. Nella sua testa solo la musica, le stelle e un grande segreto con cui tutti i personaggi dovranno fare i conti.
Il principe che sarà è una grande avventura, il ritratto di una amicizia contraddittoria ma enorme.
È la scoperta di cose difficili: essere figli ed essere genitori, il dolore per l’assenza, il mistero di tutto ciò che è incomprensibile. Ma al tempo stesso è la scoperta di cose preziose, che anche se non le capisci, ti fanno battere il cuore e ti tengono in vita: la musica, le stelle, il bosco, i lupi, anche l’amore. E l’invisibile.
Note di regia
Lo spettacolo nasce dalla trasposizione del romanzo di Francesco Niccolini “Manù e Michè. Il segreto del principe” (ed. Mondadori), una straordinaria opera cucita attorno alle vicende di Carlo Gesualdo principe di Venosa, principe del XVI sec. che rivoluzionò il concetto di musica con componimenti musicali polifonici, i madrigali, e allo stesso tempo si macchiò di un terribile delitto d’onore. Franco Battiato ha dedicato a lui dei suoi capolavori musicali. Stravinsky lo considera padre della musica moderna. Niccolini racconta questa storia accaduta realmente dal punto di vista di suo figlio e inventando Michele, figlio della serva.
Una narrazione ricca di suggestioni e colpi di scena dove la regia di Tonio De Nitto crea un dispositivo in cui un unico attore da vita a tutti i personaggi, in un susseguirsi di colpi di scena e momenti di sospensione dove Carlo, chiuso nel suo studio, sopravvive a se stesso e ai suoi rimorsi rifugiandosi nella composizione di madrigali, reinventandoli nel nostro caso, grazie all’intuizione di utilizzare la loop station e il vocoder.
La musica originale dello spettacolo, composta da Paolo Coletta, fa sì che la voce dell’attore diventi canto e le parole si compongano sovrapponendosi, riproponendo così in chiave contemporanea il concetto stesso di madrigale.