di Friedrich Dürrenmatt
Traduzione di Renata Colorni edita da Adelphi
Adattamento teatrale di Patrizia La Fonte e Irene Lösch In accordo con Arcadia & Ricono Ltd per gentile concessione di Diogenes Verlag
regia Giuseppe Marini
con Patrizia La Fonte e Maurizio palladino
scena Alessandro Chiti
costumi Helga H. Williams
musiche Paolo Coletta
disegno luci Alessandro Greco
La Pizia, Pannychis Undicesima: Patrizia La Fonte
Merops Ventesimo Settimo / Tiresia: Maurizio Palladino
Edipo, Giocasta, la Sfinge: gli stessi attori
Assistente alla regia: Giorgia Macrino
Organizzazione: Rossella Compatangelo
Adattamento teatrale di Patrizia La Fonte e Irene Lösch In accordo con Arcadia & Ricono Ltd per gentile concessione di Diogenes Verlag
Dal 9 al 14 maggio 2023, Teatro Belli – Roma
Dal 10 al 15 ottobre 2023, teatro vittoria – Roma
Le molte verità di Delfi e le fake news intorno alla vicenda di Edipo, manipolate da oracoli e veggenti, hanno colori grotteschi e beffardi nel racconto di Durrenmatt, pubblicato nel 1976 e uscito in Italia nel 1988, qui adattato in forma teatrale. Nel tentativo di conoscere e capire la realtà, si fa sempre più leggibile il conflitto insanabile tra chi vede la follia del caso e chi cerca di leggere un senso organico nel groviglio degli accadimenti che ci travolgono.
Pannychis Undici, sacerdotessa Pizia alla fine dei suoi giorni, assistita dal sacerdote Merops Ventisette, sensale e cassiere, è chiamata dal potente Tiresia a rivedere le vicende e le profezie -di cui entrambi si sono resi in diverso modo artefici- al cospetto imbarazzante delle vittime dei loro responsi. Edipo, Giocasta, la Sfinge, appaiono sulla scena come visioni rivelatrici della fragilità dei nostri mezzi di conoscenza.
Dürrenmatt smaschera in chiave grottesca il mito e delinea con tinte forti lo smarrimento degli uomini, travolti da un groviglio di eventi incontrollabili. I Greci sono costretti a scegliere una loro verità, immersi nel chiacchiericcio confuso di informazioni contrastanti, in mezzo a un vortice di oracoli e profezie. Il testo rimanda al cinismo delle informazioni pilotate e al caos di notizie che oggi disorienta anche di più che al tempo dei Greci o in quello di Dürrenmatt. Così abbandonati alla deriva, siamo anche noi costretti a scegliere una nostra verità. Unica consolazione e liberazione dal panico: qualche momento di sorprendente e amarissimo riso.